DEVOZIONE A MARIA
La Madonna va onorata, dopo Gesù Cristo in modo tutto particolare:
"Maria SS.ma deve essere il nostro amore, il nostro modello e la nostra speranza." (118)
(la Fondatrice) raccomanda di imitare le virtù
"di sì gran Madre ... la castità, la modestia e l'amore ad una vita nascosta, povera, mortificata e laboriosa". (118)
La Serva di Dio aveva poi un'accortezza tutta particolare nel far coincidere i momenti più salienti della vita della comunità con una festa mariana (119)
All'intercessione della Madonna Addolorata ... attribuisce uno scampato pericolo
"il giorno 5 giugno 1861 si spezzò una trave del tetto sopra la Madonna Addolorata che trovasi sul ripiano della scala al primo piano e miracolosamente non successe nulla di male." (119)
a lei affida la sorte di una sorella gravemente malata, certa però che è una grazia più grande saper soffrire con pazienza piuttosto che guarire
"... speriamo che la SS. Vergine coronerà la grazia ridandoci la nostra cara sorella perfettamente guarita ... la SS. Vergine ci fece vedere che poteva guarire, ma che per lei essendo meglio lo starsene in croce, così le impetrò la grazia maggiore quale fu quella della pazienza ..." (120)
"Madre franchi, mettendo se stessa e le sue Figlie sotto la protezione speciale della Madonna Addolorata, insiste sul ricorso a Lei, onde attingere il suo materno aiuto, acquistare i sentimenti che Ella aveva ai piedi della Croce, e concretizzare così l'amore per Dio, nella cura dei malati. (Cs 8)
UMILTA' E MORTIFICAZIONE
Primeggia una esortazione a fare tutto per la gloria di Dio:
"né altra mercede e lode cercherai alle tue fatiche fuorché l'amore e il piacimento di Dio" (122)
(la fondatrice) raccomanda alla giovane Giuseppina Pozzi ... "Poi rompi guerra a te stessa ... perciò abnegare la propria volontà, farsi guidare e reggere interamente dall'ubbidienza, umiliarsi davanti a tutti, avvilirsi nei più bassi ministeri,amare e desiderare i dispregi e, avutili, abbracciarli e goderne; trionfare insomma non men di te che del mondo per essere tutta di Dio." (124)
"Si preferirà all'astinenza volontaria il mangiare senza lagnarsi e allegramente ciò che verrà posto davanti, secondo l'insegnamento dello stesso Nostro Signore Gesù Cristo ... non mangiare fuori tempo sarà per le Sorelle una carissima mortificazione ... al segno del riposo ciascuna si ritiri subito nella propria stanza e tronchi ogni colloquio con chicchessia." (123)
RAPPORTI CON I PARENTI
Nel Metodo di vita (la fondatrice aveva scritto) che entrando nella Pia Unione si doveva porre
"tutto lo spirito a spogliarsi di ogni affetto di carne verso i congiunti di sangue e convertirlo in affetto spirituale, amandoli solo di quell'amore che esige una carità ordinata, già morta al mondo e all'amor proprio e viva solo a Cristo loro Signore, cui esse vogliono tenere in luogo di parenti, di fratelli e di tutte le cose." (133)
LE ASPIRANTI
Le aspiranti devono essere soprattutto delle vere donne: "coraggiose ed umili nel tempo stesso, pazienti e cortesi nelle maniere, amanti del silenzio e della fatica, ben disposte all'assistenza degli infermi ed a qualunque opera di carità senza eccezione di alcun ufficio come ché faticoso e ributtante." (97)
INFERMITA' E VECCHIAIA
Gesù deve sempre accompagnare le Sorelle Infermiere nel loro pietoso ufficio e quando esse stesse si trovassero ad essere partecipi in prima persona nell'infermità e nella vecchiaia devono viverla in sereno abbandono:
"Procuri (la sorella ammalata) di non dare minore edificazione che se fosse sana a quelli che la visitano e trattano con lei, dando prova di sincera umiltà e pazienza e usando parole pie ed edificanti, le quali dimostrino che ella accetta la malattia dalle mani del suo Creatore e Signore siccome un regalo, giacchè è veramente, non minore di quello della sanità". (98)
ALTRI TEMI
Nel nostro servizio apostolico ci ispiriamo alla parola di Gesù: "Ero infermo e mi visitaste" (Mt 25,36). "Guarite gli infermi e dite loro: sta per venire a voi il Regno di Dio" (Lcv 10,9); e come Paolo ci facciamo inferme con gli infermi per guadagnarli a Cristo. (1 Cor 9,22)
La carità è "amore universale che tutti abbraccia nel Signore e non esclude nessuno."
"'Le Sorelle dette Infermiere perché applicate all'assistenza degli infermi, separatesi dal mondo, si sono consacrate a Gesù Cristo Crocifisso e alla sua santissima Madre Addolorata, di cui i cristiani sono immagine più viva nei giorni della malattia." ( cfr anche Cs 8)
"Maria SS.ma deve essere il nostro amore, il nostro modello e la nostra speranza.
"Almeno potessimo, colla divina grazia, corrispondere ad un favore sì grande, quale è quello di avere nella nostra casa Gesù Cristo in sacramento, con tutto fare e patire per Dio e per amore suo assistere i poveri infermi, ma con gran cuore."
"con lo spirito appartengano al bel numero delle ancelle chiamate dal fine del loro istituto le Perpetue Adoratrici del SS. Sacramento."
"La casa delle Sorelle Infermiere sia una copia della casa di Marta e Maddalena sorelle di Lazzaro, la quale meritò di essere l'ospizio del nostro divin Salvatore."
"Sieno però bene avvertite le Sorelle che nelle pratiche devote sopraddette non consiste tutta e non finisce la vera pietà, l'opera della propria santificazione. Sono sì anch'esse modi eccellenti di onorare e amare Dio, ma soprattutto si hanno a prendere come mezzi che ci conducono al perfetto adempimento della volontà di Dio e all'unione dell'anima con Dio, secondo gli esempi di Gesù Cristo, nel che tutta e unicamente è la virtù e la santità cristiana."
"Specialmente la meditazione non si tralasci mai, e la faccia da sola chi non potè farla in comune; giacché questa fatta con diligenza e costanza è alimento necessario per conservare e crescere la vita spirituale."
"né altra mercede e lode cercherai alle tue fatiche fuorché l'amore e il piacimento di Dio."
"Procuri (la sorella ammalata) di non dare minore edificazione che se fosse sana a quelli che la visitano e trattano con lei, dando prova di sincera umiltà e pazienza e usando parole pie ed edificanti, le quali dimostrino che ella accetta la malattia dalle mani del suo Creatore e Signore siccome un regalo, giacchè è veramente, non minore di quello della sanità."
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