GIOVANNINA FRANCHI:
DALLA NASCITA ALLA PRIMA COMUNITÀ DI VIA VITANI
24.06.1807 Nasce Giovanna, Giuseppa, Maria Luisa Franchi,
seconda fra sette: 4 sorelle e due fratelli. 25.06.1807 Riceve il Battesimo. 1814 Giovannina "viene affidata alle monache del Monastero della Visitazione
per completare la sua educazione; per lei si prepara un lungo periodo di circa dieci anni,
durante il quale, separata dalla famiglia
assorbe e fa suo il carisma e lo spirito di S. Francesco di Sales ...
Le fanciulle ospiti della Visitazione ... rimanevano in convento condividendo la stessa clausura delle monache, completamente separate dalle famiglie, in cui rientravano solo al momento di lasciare l'educandato e che vedevano rare volte in un anno, al di là delle grate del parlatorio." (25-26) 11.05.1818 Riceve la Cresima.
1824 Termina gli studi. "A lei, come alle altre compagne che lasciavano il monastero per rientrare in famiglia viene consegnato il 'Regolamento di pietà per le figlie che sono per sortire dal monastero' una sorta di manuale che, come guida spirituale e comportamentale doveva accompagnare le giovani donne una volta tornate nel mondo ..." (40)
La sua è "... una famiglia molto unita: un profondo affetto lega i figli ai genitori, specie alla madre ..." In famiglia "nutrivano un discreto interesse per gli avvenimenti politici del momento, erano favorevoli ai mutamenti storici del Risorgimento ... la famiglia (conduceva) vita ritirata, aliena da ogni mondanità, non ricevevano, non frequentavano teatri ... un grande ruolo aveva invece la vita religiosa, con la partecipazione assidua alla vita parrocchiale e alle funzioni che si tenevano nel santuario del Crocifisso di Como." (45-46)
1836-1843 "In un 'Elenco delle figlie di Maria iscritti all'oratorio centrale di S. Dorotea in S. Provino' ... si trova il nome della Serva di Dio, di sua madre e della sorella Carolina ... Si trattava di una associazione di signore che si impegnavano ad insegnare il catechismo alle bambine; le Franchi sono registrate come responsabili di un piccolo gruppo. ... Nello stesso elenco, in pagine diverse, sono presenti i nomi di quelle che saranno poi le prime consorelle della Serva di Dio e di alcune donne che ne avrebbero frequentato la casa come ospiti e pensionati." (47)
1840 "Giovannina Franchi è ... fidanzata ufficialmente e si prepara ad un prossimo matrimonio: 'il suo cuore maturando colla mente illustrata da una educazione completa per una giovane dei suoi tempi, si aprì a poco a poco come un fiore che si apre ad un sole primaverile e palpitò anch'esso sognando un avvenire di felicità e di affetti, impersonato nella amata persona di un fidanzato. Giovannina Franchi ebbe i suoi primi anni pieni e lieti' ... Nessun dato permette, attualmente di individuare questo fidanzato ... La sua morte, forse dovuta ad una lenta ed inesorabile malattia fece sfumare ogni progetto di matrimonio ... Fu ... un evento che la fece soffrire e riflettere" (50-51)
1842 "Lo zio Carlo Andrea Franchi, non avendo figli, divise il patrimonio fra i nipoti; a Giovannina, come alle sue sorelle, assegnava 'lire tremila per ciascuna" (52)
1846 "Presumibilmente a quell'epoca risale il suo incontro" con il can. Gian Abbondio Crotti.
"Nei lunghi anni passati nella casa paterna, dopo la morte del fidanzato, non sembra che abbia pensato né a formarsi una famiglia né a consacrarsi a Dio nella vita religiosa, pur mantenendo vivo il suo rapporto con il monastero della Visitazione. Sono stati anni di attesa e di ricerca interiore; certo a Giovanna Franchi non dovette sfuggire la condizione davvero miserevole della popolazione che abitava a poche centinaia di metri dalla sua abitazione; il suo desiderio di fare qualcosa per i poveri, almeno quel poco che poteva, si incontra con un progetto del can. Crotti, il quale a sua volta, dovette rimanere dolorosamente colpito dallo spettacolo di miseria materiale e degradazione morale che offriva il quartiere della Cortesella, situato tanto vicino al Duomo e ai palazzi delle famiglie nobili e benestanti." (59)
1849 Muore la madre. 1852 Muore improvvisamente il padre. "Alla serva di Dio, il padre assegnava 32.000 lire milanesi; inoltre il possesso dei 'mobili esistenti nella stanza da essa abitata'. Preoccupato per l'avvenire di questa figlia rimasta nubile, Giuseppe Franchi incaricava i due figli Andrea e Pietro a farsi depositari della eredità della sorella ... finché vivrà in famiglia." (53)
I PRIMI PASSI DELLA COMUNITÀ DI VIA VITANI
24.03.1853 "Giovannina Franchi firma l'atto di compravendita ... dello stabile situato in via Vitani. Si trattava di un ampio edificio, situato nel centro del quartiere della Cortesella ..." (65)
27.09.1853 "Con Madre Franchi entrano 'nella pia casa' altre tre donne: Maria Luigia Allegri, Lucrezia Schiavetti e Maria Poletti ... di estrazione sociale, cultura e formazione completamente diverse da quella da cui proveniva la Serva di Dio; alcune avanzate in età e di debole salute." (68)
"La Serva di Dio scrisse nel suo Promemoria: 'il giorno 27 settembre 1853 siamo entrate in questa pia casa per la gloria di Dio, la santificazione nostra e l'assistenza corporale e spirituale degli infermi' ... il fondatore e direttore fu il sig. penitenziere don Giovanni Abbondio Crotti canonico della Cattedrale'." (67)
1853-1856 "In questi primi tre anni le sorelle seguono probabilmente un regolamento molto semplice confluito poi nel Metodo di Vita elaborato dal successore del can. Crotti, can. Bernasconi. Non vestono alcun abito religioso; vivono in comunità, ma non fanno voti; ciascuna infatti è libera di disporre delle proprie sostanze e di continuare a far parte delle confraternite cui era iscritta prima dell'ingresso nella Pia Unione" (72)
Nei primi tre anni ... l'attività di accoglienza all'interno della Pia Casa ha un ritmo abbastanza continuo, che diviene poi sempre più incalzante negli anni seguenti accogliendo una gamma svariatissima di persone bisognose di aiuto. Si susseguono le malate di mente, quelle colpite da paralisi, donne di passaggio a Como, bisognose di un asilo sicuro." Alcune (due?) catecumene vennero "nella nostra casa per essere istruite nella religione cattolica" (74)
"Dopo solo tre anni le Sorelle di S. Nazaro" (venivano chiamate così perché vicine all'omonima chiesa) "erano ... già ben note in Como per la loro attività caritativa a sollievo spirituale e temporale dei poveri e dei malati. Scrive la Superiora della Visitazione ... 'un'altra pia unione prende vita ... quella delle Sorelle Infermiere per il sollievo spirituale e temporale dei malati poveri che si trovano nelle loro case e ai quali esse offrono la dolcezza di un'assistenza prestata per i sublimi motivi che solo la nostra santa religione sa insegnare'." (75).
"Le Sorelle Infermiere, pur vivendo come suore, giuridicamente non lo erano e si qualificavano solo come un gruppo di donne che vivevano in comune dedicandosi alle opere di carità" (130)
03. 1854 "Per mezzo del can. Crotti, la Serva di Dio si era premurata di chiedere alla Congregazione dei Riti il permesso di poter aprire un oratorio privato nella casa di via Vitani; la Santa Sede aveva concesso che ... si potessero celebrare ogni giorno due messe, e che le Sorelle e gli ospiti della Casa vi si potessero comunicare e confessare ... Nell'oratorio trovò posto la 'piccola statua della Vergine Addolorata' dono della mamma di una monaca visitandina, tuttora molto venerata dalle suore" (72-73)
"Per quanto riguarda le opere caritative, Madre Franchi seppe armonicamente fondere le direttive del can. Crotti con l'ideale primitivo della Visitazione, così come l'aveva appreso leggendo le opere di S. Francesco di Sales." (73)
27.07.1854 Nello strumento del rogito lo stabile venne intestato all'arcipretura della Cattedrale ... L'intestazione alla prebenda dell'arcipretura fu voluta dalla Serva di Dio perché nel suo intento vi era la determinazione che detta casa dovesse accogliere solo 'pie e costumate donne', al servizio dei poveri e dei malati; se queste poi avessero cessato di esistere ... lo stabile doveva essere comunque adibito a sollievo dei poveri; cosa che non era sicura si attuasse se la casa, una volta morta la Serva di Dio, fosse passata ai suoi legittimi eredi." (66)
1855-1857 "Fece innalzare la casa su tre lati secondo un disegno eseguito da lei stessa, ... Nella mente della Serva di Dio vi era pertanto, fin dal principio, l'idea che la casa, oltre ad accogliere le future consorelle, dovesse ospitare poveri e malati anche in numero ragguardevole." (66)
07.10.1856 "Il nostro signor direttore e fondatore – scrive la Serva di Dio nel suo Promemoria – don Giovanni Abbbondio Crotti, dopo aver celebrato la messa delle SS. Vergine dell'Addolorata che in quell'anno si celebrava nella quarta domenica di settembre, fu preso da febbre gastrica infiammatoria. Al mercoledì il male aumentò ... al venerdì ricevette l'olio santo e al martedì dell'entrante settimana ... alle ore sette di mattina, rese la sua bell'anima a Dio. Noi siamo obbligate a pregare per lui8 e a serbarle una santissima riconoscenza perché molto ha beneficato in vita questa Pia Unione".
11.11.1856 "Il molto rev.do sig.r d.n. Giovanni Bernasconi cominciò ad essere il nostro direttore ... Fu mons. Vicario Capitolare d.n. Ottavio Calcaterra che ce lo destinò e tale era pure il desiderio del fu sig.r canonico Crotti'
Alla Serva di Dio, come superiora della Pia Unione e a don Bernasconi compete l'accettazione delle nuove aspiranti e il compito di rendere più organica e regolare la vita all'interno della comunità." (84-85)
IL CARISMA E LA SPIRITUALITÀ DELLA PIA UNIONE E AVVIO DELL'OPERA
1857-1872 Questi anni "si possono definire basilari per quanto riguarda il carisma e la spiritualità della Pia Unione evidenziando quelle caratteristiche che saranno poi fedelmente trasmesse nella Congregazione delle Suore Infermiere dell'Addolorata. (88)
"Passati i primi tre anni di assestamento ... madre Franchi si preoccupa che la Pia Unione abbia una vita spirituale regolare e ancorata a punti di riferimento precisi e comuni a tutte.
Dal 1859 si susseguono regolarmente le settimane dedicate agli esercizi spirituali ... Molto rilevante è anche la cura con cui la fondatrice, sempre affiancata da don Bernasconi, organizza la vita comunitaria: ... che assume la configurazione di una vera famiglia religiosa. Alcuni avvenimenti importanti ... la vestizione dell'abito religioso; la compilazione del Metodo di vita; la presenza dell'Eucaristia nell'oratorio della casa; il primo capitolo comunitario e l'inizio di un periodo di prova per le aspiranti." (89)
"E' chiaro ... il forte influsso della spiritualità salesiana; parallelamente madre Franchi trasmette alle sue figlie alcune caratteristiche peculiari: devozione al SS. Sacramento, grande amore al Crocifisso e alla Vergine Addolorata, di cui gli ammalati sono l'immagine vivente; i santi protettori della comunità: l'Angelo Custode, S. Camillo de Lellis, i fondatori dell'ordine della Visitazione: S. Francesco di Sales e S. Giovanna Francesca di Chantal e il patrono della diocesi S. Abbondio.
Molto rilevante è anche il supporto della spiritualità ignaziana e il fine che Madre Franchi si propone: unire una profonda vita spirituale con un attivo apostolato esercitato verso gli ammalati, prediligendo i poveri ed i moribondi. (91-92)
04.04.1858 "Madre Franchi veste la divisa religiosa ... porta al collo il crocifisso d'argento identico a quello indossato dalle Visitandine ... le altre suore lo porteranno a partire dal giugno 1873." (90)
01.05.1858 "Bianchi Giuseppa Curiori ... con il suo testamento lasciava: 'la casa situata alla Croce di Quadra. 15 allo stabilimento della sig.ra Franchi Giovannina' ... La Serva di Dio fa apportare nella casa alcune modifiche per renderla adatta allo scopo della Pia Unione." Il lascito, fatto in buona fede dalla benefattrice, scatenò una questione con la Cà d'Industria di Como (istituzione benefica) ... La questione si risolse ... con un accomodamento nel febbraio 1871 ... e madre Franchi ricevette l'indennizzo per le spese di restauro che aveva già fatto fare nella casa." (129)
21.11.1858 "La comunità veste ... l'abito proprio che rimarrà tale fino al 1982. (90)
02.1862 La Serva di Dio chiede "alla Santa Sede l'autorizzazione di conservare il SS. Sacramento nell'oratorio della casa." (99)
10.03.1862 "Ricevuto l'assenso ... la Serva di Dio provvide ad ampliare l'oratorio facendone innalzare e decorare artisticamente il soffitto. E' da notare che questi lavori di ristrutturazione assumono, per madre Franchi, il significato di una preparazione spirituale, quasi liturgica, all'avvenimento della presenza eucaristica fra le mura della casa." (100)
"Quel giorno fu per noi di gran festa. ... La nostra riconoscenza verso Dio per un tale beneficio non sono atta a descriverla. Almeno potessimo, colla divina grazia, corrispondere ad un favore sì grande, quale quello di avere nella nostra casa Gesù Cristo in Sacramento, con tutto fare e patire per Dio, e per amor suo assistere e poveri infermi, ma con gran cuore". (100-101)
08.07.1862 "il molto reverendo nostro sig.r direttore don Giovanni Bernasconi ci portò il nostro Metodo di vita." (91)
"La struttura di questa regola è molto semplice ... costituisce l'attuazione del primitivo progetto che S. Francesco di Sales aveva concepito per la Visitazione: visita a domicilio ai malati poveri e una struttura interna familiare e sobria: un giusto equilibrio fra lavoro, riposo e preghiera. La Serva di Dio apre infatti la sua famiglia religiosa ad accogliere donne non più giovani, di salute anche delicata, talvolta vedove, ma volonterose di dedicarsi tutte 'all'assistenza corporale e spirituale degli infermi, preferendo i poveri nelle loro case private, massime se moribondi'. (92)
06.08.1862 "La comunità compie un altro passo avanti nell'osservanza religiosa: 'dietro permesso del nostro signor direttore abbiamo posto in comune fino la biancheria. Possa la SS. Vergine offrire questo spontaneo sacrificio al suo Divin Figliuolo'." (90)
1862 "Le Sorelle celebrano per la prima volta la festa della Madonna Addolorata." (99)
08.01.1863 "Il Vicario generale e l'arciprete della Cattedrale, mons. Carlo Zafferani, ... consegnò ufficialmente alla Serva di Dio e alle sue figlie" il Metodo di Vita approvato. (92)
1865 "Cominciano a solennizzare il mese di maggio dedicato alla Madonna e quello di giugno dedicato al S. Cuore." (99)
IL DECLINO DI MADRE GIOVANNINA FRANCHI
1866 "Consapevole del suo declino fisico ... Madre Giovannina aveva redatto il suo testamento nominando erede universale il can. Giovanni Bernasconi:" (133)
23.01.1869
"Lettera di madre Giovannina Franchi alla R: Prefettura Provinciale di Como. La Serva di Dio definiva la Pia Unione uno 'Stabilimento nulla più che una piccola unione di donne, le quali con lei si prestano alla cura delle ammalate povere a domicilio, legate tra di loro dal solo vincolo della carità; e possedenti in proprio quel poco di sostanze che hanno, non crede per opra di domandare la erezione in corpo Morale di detto Stabilimento." (135)
1869 "Ultimo anno nel quale la Madre registra nel Promemoria gli avvenimenti che riguardano la Pia Unione." (127)
01.1870 "Acquista lo stabile attiguo alla casa della Pia Unione, trasferendo in esso le pensionanti e le malate a lunga degenza." (130)
1871 "L'epidemia di vaiolo ... miete numerose vittime all'interno della città murata, coinvolge la Serva di Dio in un apostolato di eroica assistenza ai malati e in questo esercizio di carità ..." (133)
23.02.1872 Madre Franchi fu colpita dal vaiolo. (137) La Serva di Dio morì ... alle cinque e mezzo del mattino, assistita dalla Pozzi. Il medico della Casa ... ne redasse l'atto di morte; alla voce 'causa della morte' scrisse: 'sfacelo'. Una definizione generica che alludeva al tremendo stato della defunta più che al motivo del decesso, per evitare che, denunciando una morte per vaiolo, la Pia Casa fosse posta in quarantena." (138)
Nello stesso giorno, Giuseppina Pozzi comunicando ad una sua sorella la morte della Serva di Dio scriveva: ' ... oggi giorno 23 febbraio cadde un seme ch'era il sostegno di tutte noi e di tutti i poveri della Città. Sì, un seme prezioso che cadde al suolo, un seme che faceva germogliare tutta quanta la terra colle sue buone opere; oggi cadde estinta per non mai più rigermogliare in questa vita mortale. Sì, la nostra rispettabile e Reverenda Madre sparì come questo seme, carica di virtù e di buone opere, da questa terra alla gloria del Paradiso.
Dopo una malattia seria e gravosa che sopportò con grande pazienza unita alla rassegnazione al volere d'Iddio, abbiamo però la bella consolazione che ricevette tutti i Sacramenti in pieni sentimenti; la qual cosa è stata cara, quanto è spiacente la sua morte ... (138)
24.02.1872 "Il corpo della Serva di Dio venne posto nella tomba della Pia Unione, quella che la Madre stessa aveva acquistato nel 1855 e dove erano state poste già cinque sorelle oltre ad una Suora della Carità di Maria Bambina morta nel 1866 in via Vitani. (139)
1873 "Le Sorelle Infermiere, restituirono al Comune di Como la tomba della Pia Unione, cambiandola con un'altra." (139)
08.07.1872 Fino a questa data "la Pia unione fu ... governata da ... tre sorelle; restava in carica il direttore che già aveva lavorato con la Franchi, don Giovanni Bernasconi ... (143)
MADRE GIUSEPPINA POZZI, APPROVAZIONE DELLE REGOLE E RICONOSCIMENTO DELLA CONGREGAZIONE RELIGIOSA DELLE SUORE INFERMIERE DELL'ADDOLORATA
08.07.1872 "L'8 luglio, secondo le prescrizioni del Metodo di vita, le sorelle elessero la nuova superiora; risultò eletta a maggioranza di voti Giuseppa Pozzi." (144)
1878 "... le Sorelle Infermiere ... rimangono in numero limitato, non superando le sedici unità ... Venne costruita una moderna ed efficiente 'Casa di salute' in cui nel 1879 si trasferì tutta la comunità." (145)
08.01.1928 "Mons. Adolfo Luigi Pagani, vescovo di Como, approva le Regole dell'Istituto, conformi al nuovo codice di diritto canonico." (167)
1935 "La Pia Unione ... diventerà congregazione religiosa, le suore prenderanno il nome di Infermiere dell'Addolorata". (118)
Pio XI concede il Decreto di lode all'Istituto e ne approva le Costituzioni. La Congregazione diventa di diritto pontificio assumendo la denominazione di 'Congregazione Suore Infermiere dell'Addolorata'." (167)
1935 "Esumazione ... i resti delle prime dieci sorelle furono trovati composti in due casse, senza però alcuna distinzione. Risultò pertanto impossibile identificare i resti della Serva di Dio." (140)
08.06.1942 "Sua Santità Pio XII approva definitivamente la Congregazione e le Costituzioni delle Suore Infermiere." (167)
23.02.1981 "La Sacra Congregazione per gli Istituti Religiosi approva il testo della Costituzioni, rinnovate nello spirito, secondo le direttive del Concilio Vaticano II." (169)
SITO UFFICIALE DELLE SUORE INFERMIERE DELL'ADDOLORATA